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Senza titolo opera n.374-2019

1,000.00

Pietra, olio, ferro, argilla

“L’opera numero 374” è stata dipinta con colori ad olio e modificata leggermente per poter creare un piccolo arco laterale da cui appare una terza figura più piccola. Con la pietra bisogna imparare a sentire l’essenza della materia che si ha davanti e fra le mani, divenendone rispettosamente complici. Non è un caso che nella descrizione dell’opera non è mai scritto: “olio su pietra” ma CON, oppure E pietra. Questo perché la  materia usata non è un supporto qualunque, ma parteimportante dell’opera; materia viva e contenitore di memoria. In questo caso la pietra è stata rinvenuta in un campo di un piccolo paese abitato da due famiglie. Provincia di Macerata. Memoria di un’altra regione.

Il piccolo “arco” laterale creato era semplicemente necessario. La visione di infinite aperture nel tufo raccontate come ricerche di respirazioni telluriche che appaiono spesso nelle zone Etrusche, mi hanno regalato il bisogno di far respirare anche alla mia pietra. Un giorno A. Amato, appassionato e studioso di Etruschi, mi raccontò che queste aperture erano realizzate per cercare la parte più energetica della terra, la madre terra, il respiro tellurico. Questa idea mi coinvolse a tal punto da far respirare anche me e sentire nel profondo il soffio vitale della terra.

Queste scoperte non finiscono dopo un’escursione, rimangono dentro per sostare quanto basta, e uscire fuori al momento opportuno. Ne “l’opera numero 374” , unicamente accennando la forma di quella apertura misteriosa realizzata, ho la certezza che anche la mia pietra respiri e sia donata, anche lei, di un soffio vitale.

Cm 10x12x40

Anno 2019

Opera corredata di certificato di autenticità, firmata sul retro e frontalmente

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Pietra e olio

Dimensioni 10 × 12 × 40 cm