Maggio 2012 – Marina Abramoviċ , una delle più note performer esistenti, dichiara che una “performance” è un’azione reale che si attua in una galleria e in presenza di osservatori, quindi, una performance fatta altrove non avrebbe senso perché non sarebbe tale. Il suo esempio: se produci il pane, anche il pane migliore, ma lo fai in panetteria, il tuo pane non è arte e sei comunque un panettiere, se invece lo stesso pane lo fai in una galleria, quella è arte, in quel caso una performance, e probabilmente tu sei un artista.
Discutibile? Forse. Come ogni cosa, aggiungerei.
Ma cosa accade quando un artista vive in un luogo d’arte? Tutto ciò che fa in presenza di uno spettatore è una performance? E se invece l’artista deve uscire per attuare la sua performance?
In effetti non lo so, ma in ogni caso ciò che vi propongo lo chiamerò performance e chiedo perdono a Marina Abramoviċ se alla fine sarà solo una… passeggiata.
“Il cammino dell’artista” è un inno alla ricerca artistica e al proprio creare: progredire, andare avanti, proseguire sempre e comunque nella continua ricerca di un diverso punto di vista.
Durante la camminata il pensiero si fa più profondo, le idee nascono, muoiono, si sovrappongono, si fondono e si trasformano; gli umori cambiano assieme al ritmo del nostro respiro e del nostro cuore; ci si ferma per qualche ostacolo, per uno stop, un divieto o una deviazione; per un incontro spiacevole, perché c’è qualcosa che attira la nostra attenzione, perché si è troppo stanchi, avviliti o perché inciampiamo o qualcuno… ci fa inciampare.
Ma poi ci rialziamo e camminiamo ancora, continuando ad incontrare sfumature di *grigi di payne, mescolanze di *rossi cadmio e di *gialli cromo, in un’alternanza e un’intensità che solo la devozione per un’idea in crescita ci può dare.
Sceglieremo vie note su cui camminare perché un’artista a volte, nel proprio intimo, anela a quella notorietà difficile da non desiderare in un’era in cui l’ego è al primo posto, ma capiteremo anche, o sceglieremo consapevolmente, di percorrere vie piccole, silenziose e anonime perché non sempre un’artista sarà riconosciuto, noto, o avrà addirittura voglia di esserlo.
Io, noi, andremo avanti perché il senso del successo, a mio dire, non è quante persone ci vedranno o quanti ci riconosceranno ma è andare avanti sempre e comunque nel nostro credo, in un’idea che ci ha fatto davvero vivere plasmando la nostra vita per una passione senza limiti, onorata unicamente da una profonda e solenne devozione espressa poi, in una grande e unica scelta.
A “Il cammino dell’artista” possono partecipare tutti quelli che lo desiderano: tutti coloro che sanno dell’importanza di un’idea; tutti coloro che, per ora, lo intuiscono solamente.
Ognuno indosserà qualcosa di rosso (che sia visibile) come simbolo della nostra scelta di vita: il rosso è pathos ma anche tormento, in fondo, anche in una scelta… non esiste mai un’unica faccia della medaglia.
Arriveremo alla Bocca della Verità, solo per ricordarci di essere sempre leali nei confronti delle nostre scelte e… di noi stessi.
Roma, appuntamento davanti al cancello di Villa Ada in Via Salaria n°273; come: a piedi; quando: domenica 13 maggio; appuntamento: h10.00; il percorso: si inizia entrando da Villa Ada per sbucare poi in Via Panama, si prosegue per (clicca per vedere il percorso) fino ad arrivare alla Bocca della Verità.
Viola Di Massimo