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Circus

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C’è un mondo di puro spietato cinismo in questo Circus che è la vita

Uomini anziani che non lasciano il loro posto di potere neanche sotto tortura, giovani succubi incapaci di prendere decisioni, crudeltà, disagi mentali, paure, un limbo dove noi tutti potremmo andare e anche restare.

Vorrei dire una rappresentazione surreale, ma non lo è. E’ solo una scelta, una possibilità, una verità di alcuni che hanno già scelto che ruolo avere nella vita, in questo circo, dove i veri animali senza coscienza, ragione, o amore verso l’altro, siamo unicamente noi.

La storia scritta da Enrico Di Fabio è davvero notevole, come la regia di Francesco Ambrogio, la scenografia e le luci e tutti coloro che hanno collaborato. Ma ovviamente chi è sul palcoscenico è certamente più soggetto alle critiche del pubblico più svariato, ma io non ne farò di certo, non è il mio ruolo.

Il mio ruolo è di una spettatrice che ha visto Barbara Abbondanza, Tito – Calliope, amato personaggio della Melevisione divenire uno di quegli individui che davvero avresti timore ad incontrare ma che nella vita probabilmente ognuno di noi ha potuto conoscere. L‘attrice è divenuta un vero “uomo”, Tito, ci ho creduto, mi ha convinta. Il modo di camminare, l’espressione, la gestualità, la voce, è stato tutto troppo convincente per me: un uomo-essere terribile senza alcuna pietà per gli spettatori. Ma non c’è una quarta parete a proteggere anche noi?

Patrizia Bollini, Artemide-Perun un’apparente valchiria, bella, affascinante, maestosa, imponente ma profondamente fragile e poi? Un padrone piccolo e immenso nello stesso momento, cinico più di quanto possa bastare con orecchie così grandi da riuscire ad ascoltare anche la paura degli osservatori attenti. Sono in silenzio intimidita dal suo potere mediato da una voce così bizzarra… così singolare così… ma è la sua o è doppiata?

Lucia Ciardo, Lucy-Ebe che dire: una bambolina rosa dalla personalità persa alla ricerca di un sogno, un segno che probabilmente trova solo nello stordimento e poi? ma davvero è ancora la Ciardo? no perchè ora è Ebe, una donna rigida che si tiene in piedi per miracolo, il volto rifatto così tante volte da non avere più un’espressione pura, i ricordi dimenticati ad ogni istante e le domande che se vai ad ascoltare davvero, hanno qualcosa che colpisce nel profondo. Ma è lei? o sarò io fra qualche anno, quando avrò deciso di somigliare più a qualcun altro che a me stessa?

Serafino Lorli, Apollonio-Teresa passa abilmente da un cinico pagliaccio che nasconde male la giovane pochezza umana, alla vetusta pochezza umana, quella scelta, ponderata e decisa da tempo. Il vecchio potere che non se ne andrà neanche a costo della morte, ma si prolungherà ancora e ancora per generazioni e generazioni.

Lo so, tutto ciò è terribile e crudo, ma questo spettacolo propone una possibile scelta, una strada che, volendo -ma solo volendo- potremmo percorrere.

Andate e vedete, osservate, immedesimatevi in un mondo che alla fine non è così lontano da noi e signori: fate la vostra scelta.

Buona visione

Viola

Teatro Trastevere fino al 25 marzo 2018

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